Per una volta proviamo a partire dal fondo, come quei film che nei primi secondi mostrano la scena finale.
Nel nostro caso, la ripresa inizia in campo lungo, stringendo gradualmente su un gruppo di uomini e donne. Sorridenti e con sguardi attenti, seguono le parole di un uomo che sembra essere sul finire del suo discorso. Infatti, con tono conclusivo, la sua voce diventa comprensibile su queste parole: “… ed ecco perché, piacere e dolore, sono le 2 forze che ci guidano nell’agire.”
Non sappiamo ancora di cosa avessero parlato, ma prima di scoprirlo facciamo un passo indietro.
In questi anni di formazione, come Coach e come studente (eh già, non si finisce mai di apprendere!), ho avuto la possibilità di studiare davvero tante tecniche sul miglioramento personale. Di queste, molte venivano presentate come “miracolose” e credo che qualcosa di simile sia successo a tutti quelli che come me si sono mossi in questo settore. Ma facendo la conta dei morti sul campo di battaglia, è facile accorgersi che dopo molti anni, di tutti gli “strumenti” che abbiamo appreso, molti non servivano, altri non funzionavano e pochi erano davvero preziosi.
Niente di male se siamo riusciti a fare nostri quelli preziosi. Sono quelli che fanno la differenza.
Nella lista dei preziosi, il concetto di “leva” entra a pieno titolo e, proprio come il principio fisico (che agisce grazie a una meccanica precisa ma semplice), la leva che possiamo utilizzare per migliorare la nostra vita, sfrutta una forza modesta permettendoci di ottenere risultati grandiosi.
Nell’essere umano, le forze che fanno muovere questa leva, sono il piacere e il dolore: da qui la definizione di “leva piacere/dolore”.
La cosa è molto più semplice di quello che sembri. Istintivamente facciamo le nostre scelte in modo che rispettino sempre queste due condizioni: allontanarci dal dolore e avvicinarci al piacere.
Leve, forze, dolore e un film che stava finendo… Quando le cose sembrano poco chiare, pensare alla vita di tutti i giorni, aiuta a trovare un riscontro reale.
Pensiamo quindi a una delle tante volte in cui ci siamo sentiti motivati: eravamo sicuramente carichi di entusiasmo, con il pieno di energie fisiche e mentali e capaci di focalizzare ogni nostra azione sui risultati. Bella sensazione vero?
Allo stesso modo, tutti abbiamo provato l’orrenda sensazione di essere demotivati, vicini all’apatia in alcuni casi. Spenti, con le energie fisiche e mentali a zero e una strana (e dannosa) capacità di focalizzare ogni pensiero su aspetti negativi e fallimenti.
Abbiamo sperimentato entrambe le situazioni, ma quello che spesso ci manca è la consapevolezza per stimolare noi stessi ad accedere allo stato d’animo desiderato.
La nostra capacità di entrare e uscire da uno stato di entusiasmo e da una sensazione di apatia può essere facilmente regolata, dipende infatti dalla leva piacere/dolore.
Associamo del dolore a qualcosa da fare e sicuramente entreranno in campo tutti gli elementi capaci di disincentivare quella scelta. Vedremo all’improvviso solo gli aspetti negativi, perderemo la capacità di intravedere un successo all’orizzonte e avremo la strana sensazione fisica e mentale di non avere le forze necessarie per affrontare l’impresa.
Lo stesso processo si svolge con precisione anche in positivo. Associamo piacere a un obiettivo e improvvisamente troveremo forze, entusiasmo, energia mentale e fisica e ottimismo per affrontare l’impresa.
Finché il piacere sarà superiore al dolore procederemo con entusiasmo, nel caso contrario arresteremo subito tutto, bloccando ogni azione propositiva.
La leva quindi non fa nulla di sbagliato, tutt’altro, si adopera per allontanarci dal dolore e avvicinarci al piacere. Mette in campo una forza capace di attrarre e respingere situazioni desiderate e indesiderate.
Per questo diventa determinante la nostra visione delle cose, la nostra capacità di associare piacere o dolore alla singola situazione, focalizzandoci su ciò che è meglio per noi e mettendo a fuoco ciò che, al contrario, non è positivo.
Vogliamo smettere di fare qualcosa, perché sappiamo che è un male per noi, ma non ci riusciamo? Associamo più dolore a quella situazione! Quali saranno le conseguenze negative dell’indulgere in quel comportamento o in quell’abitudine nociva? Cosa mi potrebbe costare? Dove mi porterà in 3, 5, 10 anni continuare a trovarmi scuse e non fare ciò che è giusto?…
L’esempio classico è quello di perdere un vizio negativo, per esempio fumare: finché la quantità di piacere associata alla sigaretta sarà superiore alla quantità di dolore legata al fare del male a se stessi, non ci sono speranze di rompere la nostra amicizia quotidiana con il tabaccaio all’angolo. Ma nel momento stesso in cui sulla bilancia, il dolore peserà più del piacere, la leva farà il suo lavoro senza problemi. Ed è in effetti il meccanismo mentale utilizzato per lo più inconsciamente dalla maggior parte di coloro che hanno smesso di fumare.
Quello delle sigarette è un esempio tra tanti, ma lo stesso vale per cattive abitudini alimentari o altri atteggiamenti altamente nocivi per la nostra salute, così come per scelte che porterebbero enormi benefici nella nostra vita, ma che continuiamo a rimandare.
Insomma, le casistiche sono tante, ma tutte rispondono senza eccezioni al principio della leva che continua a seguire semplici dinamiche per regolare le nostre scelte. Il piacere accende il nostro motore e il dolore lo arresta “ed ecco perché, piacere e dolore, sono le 2 forze che ci guidano nell’agire”.
PS: è arrivata l’estate!… Vuoi associare piacere all’idea di dimagrire, mangiare meglio, alzare i tuoi livelli di energia e vitalità? Insomma condizionarti positivamente nei confronti del tuo benessere?… Scopri subito l’audio/video corso “Energy in Action!” creato da me e Roy Martina!