Una decina di giorni fa sono stato a Prato al convegno annuale di Confindustria della Piccola Impresa, appuntamento di punta nell’agenda del mondo imprenditoriale italiano. “Piccola impresa”: mai definizione credo possa essere più sbagliata di questa. La “piccola” industria italiana rappresenta in assoluto una “grande” realtà, fatta di straordinari imprenditori, di incredibili eccellenze e di decine di migliaia di aziende che rappresentano la vera spina dorsale del tessuto economico di questo paese. Altro che “piccola”!

Perciò, curioso di vedere che aria tirasse, mi sono recato insieme a Max Bindi e al nostro socio Salvatore Leggiero, in quel di Prato, per partecipare alla seconda giornata di lavori, che vedeva gli interventi degli ospiti più prestigiosi, tra cui governatori, ministri e del presidente Emma Marcegaglia.

Potrei parlarvi di svariate cose che ho visto e notato, ma poiché non voglio scrivere un articolo fiume, condivido con voi solo un episodio che, da un lato mi ha lasciato di stucco, ma dall’altro ha confermato quello che vado dicendo sempre ogni volta che parlo di comunicazione e di quanto nella nostra società la preparazione a riguardo sia veramente insufficiente. Di fronte a una platea di trecento imprenditori, decine di giornalisti e uno stuolo di telecamere, dà il via ai lavori della giornata uno dei dirigenti principali di Confindustria.
Sei a un convegno così importante, ti aspetti ovviamente qualcuno di spessore…
E invece dopo pochi secondi già ero basito!… Si era materializzata di fronte a me la macchietta del pessimo comunicatore sulla quale spesso scherzo quando insegno Public Speaking!!!

Infatti, chiamato sul palco da una voce fuori campo, si piazza dietro al podio senza nemmeno salutare, tira fuori il suo bel foglio e inizia a leggere il suo discorso a testa bassa (non ha mai guardato la platea neppure per un secondo!…), con tono piatto e voce tremolante.
Un quarto d’ora davvero imbarazzante, ma che ha rappresentato perfettamente la consapevolezza media da parte delle nostre istituzioni delle regole di base della comunicazione e di quanto sia fondamentale conoscerle e applicarle.

Ero esterrefatto!… Com’è possibile che la stessa cura che è stata posta per organizzare perfettamente ogni dettaglio organizzativo del convegno, dalle hostess, al catering, alle cartellette congressuali perfettamente piene di superfluo materiale cartaceo, non sia stata messa nel verificare che chi apriva il convegno di fronte alle telecamere di tutta Italia fosse in grado di farlo nella maniera migliore? Ma soprattutto, se ne saranno accorti che comunicativamente parlando il tipo faceva pena oppure per loro è normale che fosse così, perché quello è più o meno il livello a cui da sempre sono stati abituati? A giudicare dai due interventi successivi, più o meno sullo stesso tenore anche se un pizzico migliori, temo sinceramente che sia così…

Ma d’altra parte in cosa ci vogliamo aspettare da un sistema che nel 2010 ancora non ha inserito nel piano di studi obbligatorio per diventare insegnante oppure medico nemmeno un misero esame di comunicazione? Come se saper comunicare efficacemente, per figure socialmente così fondamentali, fosse solo un inutile optional!

Che tristezza…

Vabbè, che dire… In un momento di tale insicurezza, un’unica certezza positiva per quel che mi riguarda: ho lavoro assicurato almeno per i prossimi 50 anni!!!
🙂

PS: devo dire che, per contro, ho avuto modo di assistere a ottimi interventi di imprenditori coi fiocchi e, soprattutto, alle relazioni di due donne davvero con gli attributi, che mi hanno colpito molto positivamente, sia per la loro preparazione, sia per il loro atteggiamento battagliero e propositivo: Renata Polverini, il nuovo Governatore del Lazio, e la Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, donne di vero spessore!